Dell’outplacement ne aveva sentito parlare sommariamente ma non sapeva bene come funzionasse anche perché non aveva mai avuto la necessità di approfondire il tema. Poi l’azienda dove Gianfranco Ventura Beccari, 63 anni, lavorava come capo area ristorazione, è stata assorbita da una società più grande e nella nuova organizzazione la sua figura professionale risultava in esubero.
E’ stato in quel momento che Gianfranco ha avuto la possibilità di avvicinarsi all’outplacement e di provarlo sulla sua pelle. «Mi è stato proposto un incentivo all’esodo», racconta il manager, che oggi ricopre lo stesso ruolo in un’altra società , «e un servizio di outplacement sul quale ho chiesto maggiori informazioni alla mia associazione di categoria, che mi ha confermato il valore di questo strumento. Così ho iniziato il percorso di ricollocazione con curiosità».
Essere attivi nella ricerca aiuta a bruciare i tempi di ricollocazione
Un’esperienza che il manager ricorda positivamente e che si sente di consigliare a quanti come lui, sono ancora troppo lontani dalla pensione ma non così giovani da trovare lavoro tanto facilmente in un mercato ancora in difficoltà. «All’inizio ho rivisto il mio cv e mi sono preparato per sostenere un colloquio di lavoro», spiega Gianfranco. «Dopodiché ho proseguito la fase di formazione partendo da ciò che si può e si deve fare per approcciarsi efficacemente al mercato del lavoro e ai suoi interlocutori. Insomma, ho predisposto tutti gli strumenti per la ricerca di una nuova occupazione, compreso un profilo Linkedin che prima non avevo». Molto utili sono stati poi i feedback periodici con il suo consulente e il team di professionisti che lo ha seguito, «perché mi hanno consentito di gestire in modo ottimale i contatti professionali che attivavo di volta in volta», conclude Gianfranco. Un approccio razionale ed efficace al mercato, che lo ha portato ad affrontare la ricerca della nuova occupazione con ottimismo e coscienziosità. E i risultati non si sono fatti attendere.