Le auto e i motori sono sempre stati la sua passione e il suo lavoro. Almeno fino a quando ha compiuto 57 anni. Lui è Massimo, ex direttore di diverse concessionarie di auto. Già ex, perché nel 2014, a causa della crisi che ha travolto il settore delle quattro ruote, il punto vendita di cui era responsabile inizia a subire cali di fatturato, tanto pesanti da giustificare la messa in mobilità sua e di buona parte degli altri dipendenti.
«È stato un duro colpo, ma in fin dei conti me lo aspettavo. Entri nell’ordine delle idee che queste cose possono accadere anche a te», dice Massimo che, per sei mesi ha vissuto il limbo della mobilità. «Passavo le mie giornate a casa, a cercare di metabolizzare quanto accaduto, prima, a interrogarmi su cosa fare del mio futuro, poi. Perché 57 anni non sono un’età da pensionato e in qualche modo devi riuscire a riposizionarti», commenta.
La seconda chance arriva con un contratto a tempo determinato
Così, grazie al supporto della vecchia azienda (una concessionaria tedesca, tra i brand più importanti in fatto di auto di lusso), ha preso parte a un programma di outplacement di una delle società associate Aiso.
Ha iniziato a incontrare persone, partecipare a corsi, capire come riscrivere un curriculum . Ma soprattutto ha iniziato a lavorare su se stesso per trovare la forza di uscire da limbo. «Era ciò di cui avevo più bisogno. Per questo è stato fondamentale avere una guida, un confidente, qualcuno che mi aiutasse anche psicologicamente a rialzarmi da una caduta simile», racconta Massimo, che circa sei mesi dopo l’inizio del suo cammino di outplacement ha avuto la sua seconda chance: è stato assunto con un contratto a tempo determinato presso una nuova azienda di automotive. Poco importa se rimettersi in gioco impone qualche sacrificio. «Ho riscoperto in un solo momento la sensazione di essere il nuovo arrivato in azienda e quella di vivere da pendolare», conclude Massimo, che oggi lavora a Pescara, a quasi 300 km da Cesena, la sua città.