Il 79% per cento dei candidati coinvolto in un processo di outplacement è passato ad un nuovo lavoro con un ruolo uguale o superiore

“Dalla ricerca di Talent Solutions si rileva che i lavoratori inseriti in programmi di ricollocamento si trovano ad avere la necessità di sviluppare nuove competenze per rispondere alle esigenze di nuovi ruoli professionali; stanno infatti aumentando sempre più i lavoratori che cambiano settore e posizione”, spiega Cristiano Pechy De Pechujfalu, director di Talent Solutions.

I dati della ricerca mostrano che a livello globale il 49% dei candidati che viene inserito in programmi di ricollocamento trova un nuovo ruolo in un settore diverso. Si tratta della più alta percentuale registrata negli ultimi otto anni.

Secondo lo Studio Predittivo “Professioni 2030 – Il futuro del lavoro in Italia”, di ManpowerGroup e EY, nei prossimi anni, a seguito della trasformazione digitale, l’80% delle professioni muterà quantitativamente nel prossimo decennio. Il 20% delle professioni restano stabili, il 36% sono in crescita e il 44% sono in decrescita. Le competenze necessarie stanno dunque cambiando.

“La sfida per le aziende è dunque quella di adattarsi ai cambiamenti sempre più veloci del mercato del lavoro. In questo contesto complesso, troviamo da una parte un elevato talent shortage, le cui soluzioni possono essere l’acquisizione di talenti, per attrarre i migliori candidati, cioè chi già possiede le competenze richieste, o upskilling e reskilling -nei ruoli in cui è possibile- di chi è già in azienda. Da qui nasce la necessità di supportare le transizioni di carriera, ed è sempre più importante accompagnare queste transizioni con un supporto nel reinserimento nel mondo del lavoro, adottando percorsi di outplacement che offrano un sostegno concreto ai lavoratori in uscita. In un clima di incertezza economica e in uno scenario del lavoro in continua trasformazione, il ricollocamento diventa dunque uno strumento sempre più efficace per lavoratori e aziende. Il futuro dell’outplacement adotterà sempre più un’ottica data-driven, necessaria per comprendere un mercato del lavoro in continua evoluzione, e un approccio che punti sulle soft skills delle persone e sulla learnability per aiutarle nel momento del cambiamento. Per poter continuare a competere in questo periodo di incertezza economica, quindi, molte aziende avranno bisogno di pianificare sempre di più sia la riqualificazione e la formazione, sia progetti di ouplacement per accompagnare le transizioni di carriera”, conclude Cristiano Pechy.