Crescono le dimissioni volontarie dei lavoratori

Sei aziende su dieci sono coinvolte dal fenomeno delle dimissioni volontarie e nella maggior parte dei casi sono state colte di sorpresa. Si tratta quindi di un fenomeno collocato soprattutto nelle mansioni impiegatizie (l’82%) e residenti nelle regioni del Nord Italia (il 79%). Questi alcuni dei dati più rilevanti emersi dall’indagine Aidp (Associazione per la Direzione del Personale).

“Molte persone – osserva Domenico Piano, managing partner di Op Solutions, società di outplacement – negli ultimi anni, hanno stravolto i propri valori e hanno iniziato a considerare il lavoro e la carriera non una priorità. Tutto questo ha un impatto notevole anche sulla vita delle aziende che, se non vogliono perdere talenti, dovranno mettere in campo strategie nuove per raggiungere maggiori livelli di engagement delle proprie risorse. Il rispetto dei valori individuali, la qualità delle relazioni, il benessere sul posto di lavoro e una serie di aspetti aderenti alla propria motivazione e alle proprie aspirazioni sono diventati non solo importanti ma addirittura indispensabili. Il fattore scatenante, a mio avviso, è che le persone si sono interrogate rispetto al senso del proprio lavoro, in qualche caso della propria vita, e nella maggior parte dei casi le risposte hanno indirizzato le persone al cambiamento”.

“Cambiare il posto di lavoro, e a volte il tipo di lavoro, può significare rimodellare e dare un diverso taglio alla quotidianità per aprirsi a nuove sfide e per mettersi alla prova con un’avventura che dia un nuovo significato al proprio percorso professionale. La digitalizzazione costringe chiunque a utilizzare strumenti e metodi sempre nuovi e quindi ad aggiornarsi e ad acquisire nuove competenze”, aggiunge Piano.

La sfida per le persone è dunque quella di adattarsi ai cambiamenti sempre più veloci. Da qui nasce la necessità di assecondare le transizioni di carriera. Sarà sempre più importante il supporto nel reinserimento nel mondo del lavoro, adottando percorsi di Outplacement che offrano un sostegno concreto ai lavoratori anche nelle fasi di cambiamento volontario che guardi alla crescita o al miglioramento professionale o alla qualità di vita. L’Outplacement diventa dunque uno strumento indispensabile sia per i lavoratori e sia per le aziende.

Per poter continuare a competere, quindi, molte aziende avranno bisogno di pianificare sempre di più la formazione, sia per mantenere le figure professionali all’interno dell’organizzazione, sia per accompagnare le transizioni di carriera.

“Quindi, anche per il lavoratore l’Outplacement è un’ottima occasione per capire quali sono le sue aspettative e le opportunità professionali esistenti, anche nel contesto di uno spontaneo percorso di miglioramento professionale, come per le aziende che possono godere di vantaggi: di natura economica, perché possono inserirlo come benefit nel pacchetto di buonuscita concordata, ma soprattutto per l’interesse dimostrato per le sorti del dipendente che giova sicuramente alla reputazione e alla immagine dell’azienda, abbassando contestualmente i toni di eventuali controversie e malumori che potrebbero sorgere, alterando il clima aziendale, tra i dipendenti”, conclude Piano.